Vi scrivo non per parlare in specifico del mio vissuto, ma di quello che i miei occhi hanno visto e che ho ascoltato in tanti momenti della mia vita. Voglio parlare di questa attuale epidemia globale e rifarmi così a tante cose che sarebbero da cambiare. Primo l’atteggiamento mentale di chi accoglie i malati, perché sono persone invece troppe volte sono considerati numeri su braccialetti. Poi questo sempre più delegare ai farmaci l’intera cura , quando invece una parte dovrebbe arrivare dal contatto umano, dai modi, dalle piccole cose . Abbiamo tutti capito che i buchi della nostra sanità sono tanti, a livello economico e pure organizzativo. Però trovo che anche le persone che dovrebbero assistere, invece molte volte non si fanno nemmeno vedere, perché non accettano di sconvolgere la propria vita per seguire chi è malato, anche se parente. C’è tanto da fare, politicamente per noi è difficile, quindi perché non cominciare da noi stessi? Non è facile vedere il male e cosa provoca ma non crediamo di avere la sicurezza che mai a noi potrà capitare. Cominciamo dalle persone e dai rapporti tra di loro, in salute ed in malattia. Grazie per avermi ascoltata
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