Nella diffusa confusione tra termini e loro effettivo significato, chiarire è fondamentale perché solo essendo giustamente informati si può effettuare una scelta. Infatti troppe volte la sedazione palliativa viene scambiata per eutanasia, azzerando così una strada che accompagna il malato per l’ultimo tratto del suo cammino terreno ponendolo in un limbo dove non soffre. Ci sono tre elementi costitutivi che fanno la vera differenza tra la cura palliativa qui analizzata e l’eutanasia, ossia l’induzione della morte di una persona attraverso l’iniezione di farmaci specifici. Questi sono: l’obiettivo, i farmaci impiegati con relativi dosaggi e vie di somministrazione, il risultato. Nella sedazione palliativa l’obiettivo è quello di tenere sotto controllo la sofferenza e non portare in poco tempo alla morte il paziente, cosa che invece si propone l’eutanasia. Lo stesso vale per i farmaci usati, il loro fine è ridurre il più possibile la sofferenza umana tramite una riduzione della vigilanza del paziente, mentre l’eutanasia rapidamente induce la fine di ogni stato vitale del malato. Il risultato finale poi è così distinto ma purtroppo troppo poco conosciuto. Il paziente sottoposto a sedazione palliativa finirà la sua vita nel momento in cui il suo fisico cederà alla malattia, invece nell’eutanasia si arriva velocemente( poche ore) alla morte . Ora, sapendo e capendo che visto come è improntata la nostra società, parlare, discutere di morte non è piacevole per nessuno però nella vita ci si può trovare facilmente dinanzi a certe scelte, che possono riguardarci direttamente o molto da vicino, anche perché nessuno è eterno in questo mondo. Però sicuramente se ci fosse più informazione, più conoscenza e condivisione, più cure palliative applicate anche nei nostri ospedali, ci sarebbero meno richieste di eutanasia, perché certe vie si scelgono dopo tanta sofferenza inutile, quando rimane solo disperazione e nessuna speranza.