In questa intervista pubblicata sul Gazzettino mercoledì 30 Gennaio,si parla di cure palliative,affermando che la parola “eutanasia” oramai è anacronistica. Questo perché oggi la scienza ha tutti i mezzi per dare sollievo ai malati inguaribili,accompagnandoli dolcemente alla morte.

Cristiano Samueli presidente dell’AIDeF,l’Associazione Italiana per le Decisioni di Fine vita, mette in risalto l’importanza del dialogo tra medico e paziente,ed ove ciò non sia possibile gli interlocutori del medico divengono i familiari più vicini al paziente,perché la pianificazione delle cure deve essere condivisa.

Mi permetto di aggiungere il mio parere appassionato in quanto l’ho vissuto personalmente.

Bisogna avere la fortuna di trovare un medico sensibile ed umano che sia disposto e soprattutto abbia a cuore le condizioni del malato, e che sia favorevole alla cura del dolore. Infatti negli ospedali non esiste ancora la figura del medico palliativista, in quanto nelle scuole di specializzazione non vi sono programmi specifici in merito. Ma non possiamo affidarci alla fortuna, ognuno di noi ha il diritto di soffrire il meno possibile, a maggior ragione visto che c’è una legge che lo sancisce !

Molto toccanti le ultime parole di Cristiano Samueli : “giudicare un malato inguaribile non significa definirlo incurabile”.