Non tutti i malati terminali hanno la possibilità di attraversare la sofferenza ricevendo rispetto e senza che quel momento,così delicato per le famiglie,sia intaccato dal dolore ancor di più . Nonostante esista una legge del 2010, la numero 38, che dovrebbe tutelare il diritto del cittadino ad accedere gratuitamente alle cure palliative e alla terapia del dolore,spesso quella normativa,considerata tra le più avanzate d’Europa, rimane inapplicata.

Questa norma prevede un’adeguata qualità di vita fino al suo termine,cure appropriate, l’equita’ nell’accesso all’assistenza ma tutto questo il più delle volte non avviene. Tra i primi interessati ci sono i malati terminali. Solo il 30 per cento dei pazienti oncologici accede a questo tipo di terapie. Resta quasi escluso chi è affetto da patologie differenti,eppure ugualmente dolorose. La legge è ancora in parte incompiuta perché manca ,per esempio, il decreto per rendere omogeneo il finanziamento delle attività di cura su tutto il territorio nazionale.

L’ altro importantissimo motivo per cui l’aiuto ai malati è inesistente o non all’altezza,è che gli operatori sanitari non sono formati in modo adeguato. La legge prevede la figura del medico palliativista ma,per ora, nelle scuole di specializzazione non esistono programmi specifici.

Aspetto da sottolineare e che sembra quasi irreale è il seguente : il 65 per cento dei medici non conosce la legge 38 ed il 63 per cento degli Italiani non ne conosce l’esistenza.

Cerchiamo assieme di cambiare queste percentuali, così tristi e senza motivo, perché la legge c’e’ e sancisce il nostro diritto a soffrire il meno possibile.

Io penso e credo che concorderete con me, che ci vuole umanità anche e soprattutto nel percorso che porta alla morte e che molti vivono con sofferenze inimmaginabili. Umanità fino all’ultimo respiro!