La Libertà è un valore e stato di fatto conquistata dai nostri predecessori con molta fatica, ma soprattutto con inestimabile spargimento di sangue e conseguente morte di molti combattenti che hanno sacrificato la loro vita per garantircela. A noi, che tante cose sembrano ed appaiono scontate perché siamo nati e viviamo in un tempo in cui siamo liberi di scegliere, anche se poi sempre così non è. Ci sono persone che non compaiono sui giornali con la loro storia di malattia e dolore e che per avere una morte dignitosa scelgono di andare fuori dall’Italia per mettere fine alla propria esistenza divenuta oramai insostenibile e senza senso, perché in Patria non possono farlo. A dirlo sembra semplice sia scegliere di farla finita, sia progettare questo ultimo viaggio. Mi è capitato di pensarci spesso, seduta fuori della stanza dove era ricoverata la mia Mamma. No, non è per nulla facile. Soprattutto non è pensabile scegliere la morte di un tuo caro, come potresti vivere poi? Con innumerevoli e reali sensi di colpa, perché la speranza nel tuo cuore rimane sempre fino alla fine, anche se la diagnosi è infausta. Perché ami e desideri rimanga con te, anche se questo pensiero il più delle volte è dettato da semplice e puro egoismo. Difficile penso sia anche accettare che tale persona decida di suo, volontariamente, di morire, perché c’è solo sofferenza oramai da tanto tempo, e nessuna speranza! Ma maledizione neppure possiamo scegliere per noi o per chi accudiamo e non si può esprimere, dicevo non possiamo scegliere di evitare quanta più sofferenza possibile!!! C’è e rimane la poco famosa, la quasi sconosciuta Legge numero 38 del 2010 che sancisce che “ Tutti i malati definiti inguaribili hanno diritto alle cure palliative “. Cioè a soffrire il meno possibile visto che non hanno alcuna speranza di guarigione. Io ho deciso di reagire a questa perpetuazione ingiusta ed inumana che ogni giorno si verifica in tutta la nostra Nazione, eccetto casi rari e sporadici nei quali si ha la fortuna di incrociare sulla propria strada un Dottore sensibile al soffrire altrui. Capisco pure che chi non ha vissuto certe esperienze non può sapere, come pure io non ne ero a conoscenza, e soprattutto non può capire cosa si prova sapendo che il tuo caro è destinato a breve a morire ed assistere impotente alla sua sofferenza, una sofferenza inutile ed inumana. Però sicuramente potete immaginarlo. E chi invece lo ha provato perché continua a tacere? Perché pensa così di poter dimenticare? Glielo auguro di cuore, ma la vedo difficile. Mi chiedo ancora quante lacrime gratuite dovranno scendere dagli occhi di chi è costretto a vivere e subire tutto ciò . Di chi lo sarà in futuro perché nessuno può sapere cosa ci è destinato. Scegliere di non soffrire è una delle libertà che abbiamo, che tanti ancora non sanno di avere, e che probabilmente scopriranno come me solamente dopo. Anche no direi, cerchiamo di fare in modo che più persone ne vengano a conoscenza e che la Terapia del Dolore diventi protocollo medico. Ogni volta che sento pronunciare queste due parole “ protocollo medico”, confido che mi si rigira il sangue nelle vene al pensiero di chi ci si nasconde dietro, perché il tempo di Ponzio Pilato non è mai finito, ma è attualissimo. Cerchiamo assieme di dare forza a chi ne ha bisogno ed anche a chi se ancora non lo sa’, ne avrà bisogno in un futuro prossimo e non. Che la Festa della Liberazione diventi ogni giorno ovunque anche la possibilità di scegliere di essere liberati dal dolore fisico, e di poter quindi in questo modo preservare e garantire la nostra dignità e quella di coloro che ci stanno accanto.