Chiamala come vuoi… Umanità, carità cristiana, pietà … Importante non è il nome ma fondamentale è metterla in pratica, o così sarebbe. Continuamente mi sorprendo nell’ascoltare i racconti accorati di persone che parlano dei loro amici più cari e fidati, i loro animali, e con voce rotta dal pianto rivivono la dolorosa esperienza della relativa soppressione da parte del veterinario. “ in fin dei conti non c’erano più speranze e soffriva troppo ed inutilmente!” Ok dico io, giustamente è doveroso accantonare il proprio egoismo e pensare al loro bene. A loro che tanto ci hanno dato e per i quali ora vivere non ha più senso ne’ scopo, se non la sofferenza. E delle persone che diciamo? Nei giorni scorsi se ne discuteva alla Camera dei Deputati. Yes si dissertava sull’Eutanasia e relative problematiche nel metterla in pratica, perché le sfaccettature sono molte e complesse. Perché comporta innumerevoli coinvolgimenti, sia dal punto di vista legale che da quello etico. Insomma si sta’ cercando di trasformare un progetto di legge in una legge vera e propria. Ma come si può pensare ciò se ancora oggi risulta per gran parte inapplicata quella legge che riguarda la Terapia del Dolore, quella che a noi tanto interessa ma che negli ospedali è lasciata alla libera interpretazione dei Signori Dottori? Ospedali che ogni giorno vedono il perpetuarsi del cosiddetto accanimento terapeutico a discapito del paziente e di chi lo assiste. Tante volte poi questo accanimento lavora in silenzio perché non si è data la giusta e veritiera informazione sulle condizioni del malato. Si è preferito tacere ed illudere. Ma perché? Perché tanta pietà per gli animali e poca umanità per le persone? Nei casi in cui la terapia farmacologica si rivela inefficace e al limite utile solo ad un prolungamento penoso della vita , dovrebbero essere i Dottori stessi a proporre la sospensione delle cure ed intraprendere la via della Terapia del Dolore, iniziando da dosi minime indispensabili a sortire l’effetto antidolorifico voluto, per poi nel tempo aumentare gradualmente via via che il dolore da vincere diviene più acuto, oppure quando l’assefuazione costringe, somministrare quantità più alte di farmaco per riottenere lo stesso beneficio. Tra le tante persone che ho conosciuto in rete, ricordo spesso la storia di Bruna e suo marito. Malato di tumore al polmone, rifiutato dagli hospice, è morto tra sofferenze inumane in ospedale, gridando il proprio dolore, perché un Dottore non lo ha sedato, in quanto temeva di ucciderlo! Inverosimile ma purtroppo accaduto. Crediate o meno ad un aldilà, la morte non deve preoccupare, perché mal che vada non ci accorgeremo di nulla. Però io temo e credo pure voi la sofferenza che distrugge la persona fisicamente e psicologicamente. Quella sofferenza che cerchiamo in ogni modo di risparmiare ai nostri amati animali, ma che a molte persone, anzi a troppe, invece è inflitta dai loro propri simili. Per opportunismo, per menefreghismo, perché poi non è un loro caro a soffrire quindi… E nessuno avrà mai la certezza che non potrà succedergli, perché un giorno pure voi potreste essere vittime dirette o indirette di questo sistema prettamente materialista ed inumano, anzi molto probabile se non cercheremo di cambiare questa triste ed ingiusta realtà .