“ Che le cose siano così non vuol dire che debbano andare così, solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare ed è, allora, che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare”

Sono quasi trent’anni che non c’è più, che un attentato lo ha trasformato da persona di grande spessore in martire, ma le sue parole, le sue frasi come questa, sono ancora attuali. In questo caso dico purtroppo perché ancora dopo tutto questo tempo la gente continua a rimanere in silenzio, lamentandosi reciprocamente, ma di agire non ne vuole sapere. Non tutti, e per fortuna sottolineo, ma mi immagino se i molti che hanno taciuto, che tacciono, avessero protestato e reso pubblico quello che ingiustamente avevano subito o visto subire, che cosa grande sarebbe la nostra società.! Poche ingiustizie e molto rigore. Invece si continua a non applicare le leggi in molti aspetti della vita quotidiana e far finta che non si possa fare nulla per cambiare lo stato attuale delle cose, perché è sicuramente più comodo di qualunque reazione. Dopo mesi ho inviato nuovamente un mio articolo o lettera, chiamatela come vi pare, al Direttore del Gazzettino, ed è stato pubblicato con mia soddisfazione perché prima di tutto significa che siamo letti, ascoltati da qualcuno, solo che dobbiamo farci sentire. Sarà che non ho mai sopportato i soprusi gratuiti, non vedo perché quando ci capita di essere maltrattati e non rispettati dobbiamo stare in silenzio. Io dico no, e continuerò a dire no, nella speranza che alla mia voce se ne aggiungano molte altre. Penso sia l’unica strada da percorrere per ottenere ciò di cui abbiamo diritto.