Avete notato che nulla è mai del tutto negativo? Che ogni esperienza, ogni istituzione, ogni posto, ogni persona… basta soffermarsi un attimo e ci si accorge che almeno un lato positivo esiste, anche se in sostanza l’assieme sapete che non fa’ per voi, oppure anche se avete giustamente scelto di non volerlo più nella vostra vita. Leggo la testimonianza di Dario e vi trovo da una parte l’umanità che ha ricevuto e dall’altra parte la freddezza, quasi crudeltà, che lo ha ferito. Penso a tutto ciò che pure io ho vissuto in quell’ospedale, che potrebbe benissimo essere anche uno diverso in quanto ovunque, in Italia e non, troverete persone che vi racconteranno le loro tragiche storie. Penso a tutto ciò che ho visto, sentito e soprattutto a quello che non potendo fare di più mi ha fatto soffrire per impotenza e debolezza, fisiche e mentali. Penso a quello che poi ho scoperto, ho conosciuto e ancora oggi continuo a cercare di apprendere perché oltre al dolore, alle cicatrici indelebili, mi accompagna una grande sete di conoscenza in quanto solo grazie a questa possiamo sentirci più forti dinanzi a coloro che cercano ogni giorno di non rispettarci. Penso molto anche alle figure positive che ho incrociato in quei 91 giorni, persone che sono entrate nella nostra vita e quasi subito uscite, ma il loro passaggio ci ha donato un piccolo grande tassello di umanità nel complicato gioco della vita. Perché vivere è proprio un gioco nel quale ci vuole forza, volontà ma anche fortuna. Comprendo Dario e tutti coloro che hanno subito il non rispetto del loro caro ammalato. Tutti quelli che hanno dovuto sopportare frasi, atteggiamenti, continui rifiuti da chi invece avrebbe dovuto aiutarli ma soprattutto rispettarli. Sono segni che porteranno sempre, perché soprattutto in quei momenti si è più indifesi e vulnerabili, ed anche un tono sbagliato con cui viene pronunciata una notizia non lieta ferisce chi la ascolta. Basterebbe poco volendo… E qui’ mi appare in tutta la sua bellezza la Carta europea dei Diritti del Malato, che ha già una vita vissuta di quasi 17 anni, ma che non li dimostra, tanto forti per impatto e significato sono le parole che costituiscono le definizioni di tutti i 14 diritti in essa elencati. La considero e sicuramente non sono l’unica a pensarlo, una delle tante buone azioni portate a termine dalla Unione Europea, naturalmente dall’altro lato vi troveremo invece gli aspetti negativi di questa coesione tra gli Stati del Vecchio Continente. Tanto di cappello a chi l’ha pensata, discussa ed infine redatta. Un grazie a chi vi si ispira ogni giorno svolgendo con amore e passione la professione medica o infermieristica, al di la’di qualsiasi livello e ruolo ricopra. Come la visione del Professore Umberto Veronesi riguardo all’Ospedale senza Dolore, anche questo Documento mette in risalto l’importanza della rilevazione della sofferenza del malato, e la relativa necessità di evitarlo il più possibile, per preservare dignitosamente in questo modo la nostra condizione umana.

P.S. A Dario desidero dire che non è il solo ad aver sopportato frasi e modi inadeguati vista la situazione in cui viveva. Che non è il solo a portare i segni di questa non umanità che rende più acuto il dolore per la perdita subita. A quanti indossano un camice solo per raggiungere prestigio personale, dimostrando nessuna considerazione per gli altri, auguro di provare ciò che noi abbiamo visto vivere ai nostri cari e che noi stessi abbiamo subito, chissà li illumini al punto tale che modifichino ogni loro inaccettabile comportamento. Come noi anche Dario non potrà mai dimenticare però può scegliere di trasformare la rabbia ed il rancore in forza, per se stesso e per chi incontrerà in futuro lungo il suo cammino. ❤️🌷