Una adeguata conoscenza delle dimensioni etiche della sedazione terminale palliativa è indispensabile per essere consapevoli di agire entro i confini della liceità etica, tenendo presente che essa può indurre nel malato e ancora più nei familiari dubbi etici inerenti l’accelerazione della morte o la possibile confusione con l’eutanasia. Se il malato è mentalmente capace bisogna ottenere il suo consenso prima di procedere( salvo situazioni di emergenza) . Se il malato non è mentalmente capace bisogna ottenere il consenso di chi lo assiste, dopo aver  consultato le sue direttive anticipate. Nell’ambito del fine vita è fondamentale considerare anche la dimensione spirituale del malato, con cui non si intende solo l’aspetto religioso, ma pure i valori e le convinzioni profonde che compongono la spiritualità umana. Insomma non è così facile come si pensa, ma sono tutti ostacoli facilmente superabili. Importante è la volontà di giungere alla migliore situazione per il paziente, che logicamente è quella in cui si giungerà a farlo soffrire il meno possibile mantenendo intatta la sua realtà di persona umana. Le leggi ci sono, la volontà pure, negli Hospice sempre, negli ospedali dipende dal Dottore che incroci, io la chiamo fortuna…