Il dolore non è più un sintomo ma va gestito in una ottica multidisciplinare, mantenendo sempre alta l’attenzione nei confronti della dignità e della qualità di vita degli assisti . Oggi il dolore è una vera e propria branca della medicina, con il compito di ricercare una diagnosi al fine di prescrivere e somministrare delle terapie adatte a combatterlo. Fondamentale la legge numero 38 del 15 Marzo 2010  che introduce il diritto del cittadino di accedere alle Cure Palliative ed alla Terapia del Dolore. Da sottolineare l’articolo 7 della medesima il quale RENDE OBBLIGATORIO RIPORTARE LA RILEVAZIONE DEL DOLORE ALL’INTERNO DELLA CARTELLA CLINICA. Infatti definisce che nelle sezioni medica ed infermieristica devono essere riportate le caratteristiche del dolore rilevato e della sua evoluzione nel corso del ricovero, scegliendo gli strumenti più adeguati tra quelli validati, per la valutazione e la rilevazione del dolore. Da questo articolo poi si passa al numero 8 che individua i percorsi formativi e di aggiornamento per il personale medico e sanitario in materia di Cure Palliative e Terapia del Dolore ( tutta da constatare la messa in opera di tali aggiornamenti …) .

Si passa poi alla legge numero 219 del 22 Dicembre 2017, che tratta del consenso informato e delle disposizioni anticipate di trattamento ( le DAT di cui vi ho già parlato). Questa legge va a rafforzare i precedenti pilastri legislativi in tema di gestione del dolore. In particolare ecco i commi dell’articolo 2 della medesima. Comma 1 “ il medico avvalendosi di mezzi appropriati allo stato del paziente deve adoperarsi per alleviarne le sofferenze anche in caso di rifiuto o di revoca del consenso al trattamento sanitario indicato da lui stesso. A tal fine è sempre garantita una appropriata Terapia del Dolore.”  Comma 2 “ nei casi di pazienti con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte, il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure e dal ricorso a trattamenti inutili e sproporzionati” . Importante questo comma perché delimita i confini dell’accanimento terapeutico, confini spesso non rispettati ne dai medici ne dai familiari. Importante sapere l’esistenza di tali leggi poco conosciute ed ancor meno divulgate. Utili in caso ci si trovi difronte a medici disinformati o che si approfittino della ignoranza del paziente e di chi lo segue. Tenetele ben presenti , perché possono realmente cambiarvi la vita presente e futura!