La scadenza per legiferare sull’eutanasia è vicina ma pochi lo sanno. È un argomento delicato e molto complesso e finora si è tergiversato, speriamo che finalmente il Parlamento si assuma la responsabilità politica a cui è chiamato. Il fulcro della questione è il passaggio dalla vita alla morte, fare in modo che questo avvenga nel pieno rispetto della dignità della persona. I nomi ai quali è legata sono altisonanti: Englaro, Welby, Fabo. Tre storie diverse accumunate da tanta sofferenza, inimmaginabile per chi non l’ha vissuta personalmente. Gli interrogativi più pertinenti riguardano il diritto a vivere pienamente la propria vita, sul diritto al sostegno e anche sul diritto alla dignità del vivere e del morire. Ma a questo punto riguardiamo un attimo l’articolo 32 della Costituzione sull’autodeterminazione. Proprio nel punto in cui dice”… Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. L’autodeterminazione è proprio questo : una persona può dire di no a qualsiasi terapia senza per questo essere abbandonata a se stessa , ma accompagnata dalle Cure Palliative e dalla sedazione profonda. Gli interrogativi ancora esistenti e sempre aperti sono molti dopo la legge su DAT e consenso informato. Sul diritto alla vita, alla tutela della salute,al rispetto della dignità umana, nei diversi percorsi esistenziali che rendono ogni vita diversa dall’altra ,ma anche ogni morte una storia a se! Chiedere interruzione delle cure compresa l’idratazione e la nutrizione, e la persecuzione delle Cure Palliative è ben diverso dall’eutanasia che invece porta rapidamente alla morte e che non è un atto di cura ma di soppressione della vita. Ora è entrata in gioco la Corte Costituzionale che ha dato un termine al Parlamento per emanare una legge in merito. Lo devono a migliaia di cittadini che soffrono, lo devono ai familiari che soffrono con loro.