Pazienti, infermieri, operatori socio sanitari, coloro che assistono i malati e che non sempre sono imparentati, ma semplicemente legati da un rapporto di amore, di amicizia, legami che esulano da carte, documenti e quant’altro, ma che uniscono le persone per sempre, anche al di la’della vita, anche dopo la morte. Volutamente non ho menzionato i dottori, senza nulla togliere al loro ruolo, perché dal mio vissuto, ho constatato che sono coloro che passano meno tempo con il malato, vedono e vivono solo una parte della sofferenza umana. Ecco in questi giorni di festa, di luci, di auguri più o meno veri, di abbracci anche esagerati, il mio pensiero va’ a chi sta vivendo la sua tragedia personale, a chi assiste, a coloro che con la loro professionalità cercano di limitarne gli aspetti più banali, ma che nella malattia acquistano uno spessore notevole, in una situazione di debolezza, diventano a volte ingestibili. Perché la malattia non guarda il calendario e molte volte nemmeno avverte, arriva, e tutto si stravolge. Per chi come me ogni volta che saluta il suo caro ricoverato ci lascia anche il cuore. È come vivere in un film lontano dalla realtà quotidiana, dove il tempo sembra sospeso, anche se le lancette dell’orologio avanzano lo stesso, portando alla guarigione o alla fine della storia in questo mondo di una persona. Sarà perché certe esperienze credo sensibilizzano ancor di più , sarà perché ho toccato con mano, respirato ed assorbito così tanto quell’aria, ma fatico ancor oggi a non pensare a chi sta soffrendo, a chi combatte la propria battaglia . Non tutti possono comprendere ciò che vorrei trasmettere con le mie parole, non tutti hanno vissuto questi momenti, ed alcuni probabilmente hanno fatto di tutto per dimenticarli credendo così di ricominciare a vivere. Personalmente continuo a ricordare oggi e lo farò anche domani perché lo voglio, perché anche se fa male è la mia vita ed in parte giustifica il mio pensiero e le azioni che ho compiuto e che compirò in futuro. Il tempo sospeso lo lascio a chi vuole illudersi che sia tutto luce in questa vita anche se ha visto il buio. Perché non puoi pensare di poter illuminare se prima non accetti il fatto che esistono posti, stanze, letti, corridoi dove le persone aspettano anche solo un sorriso, una carezza, un contatto umano e sincero.