A 10 anni dalla legge 38 del 15 Marzo 2010, risulta da molti studi, interviste e statistiche, che gli Italiani sanno ancora poco su quello che gli spetta, di cui hanno diritto. Succede così che regni oltre alla disinformazione voluta da un sistema incoerente, che decanta gli ospedali del non dolore che tali poi non si dimostrano, anche molta confusione e che facilmente si confondano le cure palliative, la terapia del dolore e la sedazione profonda, con l’eutanasia. Differenza netta da non dimenticare è questa: nell’eutanasia si usano barbiturici per portare alla morte in tempi brevissimi; nella sedazione profonda palliativa si usano oppiacei, non si uccide il paziente ma lo si solleva il più possibile dai dolori divenuti insostenibili. Sarà poi la malattia nel tempo a portare alla morte la persona. Dignità e rispetto del singolo individuo che grazie alle cure palliative muore come persona, non come malato. Oggi gli Hospice in Italia sono 267 per circa tremila posti letto, pochi, pochissimi se pensiamo alle persone affette da malattie inguaribili. Negli ospedali si continua ad andare a fortuna, sempre che non si sia al corrente dei propri diritti in merito, mentre nelle cure a domicilio ci si basa molto sul volontariato. Ancora oggi , ed il prossimo mese saranno esattamente 10 anni, si aspettano sia il decreto attuativo della legge 38 che l’istituzione di corsi universitari per la specializzazione in cure palliative, anche per malati non oncologici. Soprattutto si attende il giorno in cui le cure palliative diventeranno protocollo medico anche nei nostri ospedali,  giorno che si annuncia ancora molto lontano.