Il 15 Marzo 2010 veniva approvata la legge 38. Ogni anno circa 500mila adulti e 35mila bambini hanno bisogno di cure palliative, ma ancora oggi 2 persone su 3 non sanno che averle è un loro diritto. Addirittura più di 6mila volontari ancora attendono il decreto attuativo sulla loro formazione. In più dopo 10 anni le cure palliative non sono ancora protocollo medico, il che vuol dire che spesso e volentieri negli ospedali si continua a morire in mezzo ad una inutile, gratuita ed inumana sofferenza! Non pensiate, non crediate che le cure palliative servano solo per gli ultimi giorni di vita di una persona, perché possono e dovrebbero essere affiancate alle cure farmacologiche fin dall’inizio, in presenza di qualsiasi patologia inguaribile. Solo nel tempo quando le terapie convenzionali si dimostrino oramai inefficaci allora sì che le cure palliative prenderebbero il loro posto, avvolgendo come un mantello il malato, per accompagnarlo ad una fine serena e dignitosa. Semplicemente le cure palliative sono un modello di cura globale a favore di persone affette da patologie ad andamento cronico e con esito infausto. Il loro obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita del paziente e dei suoi familiari. In poche parole si occupano di dignità della vita sino al suo termine. Storicamente sono nate per i malati di cancro, ma ora, da alcuni anni, la prospettiva sta cambiando sempre più : il 60% degli adulti e l’85% dei bambini è affetto da malattie non oncologiche, ma ugualmente inguaribili e molto dolorose. La legge 219/2017 sul consenso informato possiamo dire sia in qualche modo la continuità della legge 38 del 15 Marzo 2010. Ma c’è bisogno di informazione a livello nazionale perché la gente deve essere a conoscenza di questi loro diritti, ed in un modo semplice e chiaro per chiunque. La persona malata o chi per lei ha diritto di ricevere una comunicazione onesta, comprensibile e veritiera rispetto alla malattia ed alla relativa evoluzione, e questo non sempre succede, anche se la Sanità in molti casi si vanta della propria trasparenza . Ci sono Enti, Associazioni, che continuamente chiedono al Governo di potenziare le cure palliative a livello domiciliare, negli ospedali, negli ambulatori e nelle strutture per anziani. Ma le risposte tardano ad arrivare, quindi nell’attesa non rimane che informare tutti coloro che possiamo sui nostri diritti che troppe volte ci vengono taciuti volontariamente da chi invece dovrebbe tutelarci. Ultimo aspetto da non trascurare è che in questa emergenza che stiamo vivendo una riorganizzazione delle reti di cure palliative potrebbe generare risorse per la gestione di una platea più ampia di pazienti a domicilio. Se ci fosse stata però prima dell’arrivo di questo temibile virus e sarà facile che non la si farà nemmeno dopo passata la pandemia. Come ci vorranno ancora molti anni perché queste importanti cure siano conosciute da tutti. Ricordate sempre che ognuno di noi ha diritto di scegliere come morire!