Vorrei non avere motivi, anzi vorrei non trovarne più per continuare questa mia opera di informazione, di condivisione, invece mi arrivano sempre e comunque testimonianze di sofferenza gratuita, ingiusta ed inumana. Poche arrivano sui giornali, la maggior parte passano quasi sottovoce, perché pochi denunciano, pochi sono ascoltati, perché il potere del Sistema Sanitario va ben oltre la nostra immaginazione. Proprio alcuni giorni fa mi contatta un mio fornitore ed amico per chiedermi il nome del primario che aveva in cura la mia Mamma. Gli rispondo che non è quello che mi ha comunicato lui, ma a quel punto cerco di capire il perché della sua domanda . Questo mio amico conosce la mia storia, il sito che ho creato e le motivazioni che mi hanno spinta a fare tutto questo. Perciò mi racconta di questa sua cliente che ha appena perso la sorella malata di tumore e che lei ha assistito fino alla fine vivendo e subendo tutta la sofferenza senza senso che questo emerito dottore ha ritenuto non necessaria di una sedazione umana e dovuta visto che vi sono le leggi. Purtroppo come me e molti altri questa Signora non ne era a conoscenza , cosicché ha solo potuto insistere e continuare a farlo, trovando dinanzi sempre un muro di rifiuti. Come vorrei non sentire più queste storie, come vorrei non ci fossero più casi simili, ma la realtà è e rimane crudele in troppe situazioni di malattie senza speranza. A questa Signora posso dire che riesco a capire il dolore struggente che la dilania, che non passerà mai quel senso di impotenza e quel disprezzo per un rappresentante di una nobile arte, la Medicina, per chi avrebbe dovuto usare il cuore e non solo le medicine per aiutare la sua paziente, ma che ha preferito ignorare il dolore e la sofferenza di una famiglia in un contesto così fragile e bisognoso di protezione. A voi, a chi mi legge, dico che altra soluzione per ora è unicamente quella di sapere, di conoscere il più possibile i nostri diritti in materia di salute, per tutelarci in qualsiasi situazione dovessimo un giorno trovarci.