Come sempre facile risulta parlarne, discuterne, ma quando ti trovi coinvolto in prima persona tutto cambia. La medicina moderna, la nostra medicina così osannata e condannata allo stesso tempo, nata nel 1600 con l’avvento delle autopsie sui corpi delle persone morte, pratica concessa allora dalla Chiesa, ha portato nei secoli molte innovazioni, ha allungato la vita media dell’individuo ma non ha tolto di mezzo la paura e la difficoltà ad accettare la morte come un processo naturale della vita. In fin dei conti noi nasciamo vivi ed ambiamo a vivere guidati dallo spirito di sopravvivenza ( che a volte può venir meno) insito in ogni singola persona. La nostra società è tacciata di tante cose ed una è la non accettazione che si muore, che tutti un giorno dovremo lasciare questa vita, che ci sono forze più grandi e potenti del nostro volere. Pratiche di vario genere vengono applicate per cercare di sconfiggere questa morte così temuta e ridotta ad un demone da combattere e possibilmente da dimenticare il più possibile. Chemioterapie, radioterapie, farmaci potenti più dello stessa malattia che non sempre però hanno l ‘effetto sperato, operazioni chirurgiche quasi al limite dell’umano. Senza nulla togliere a chi ne ha beneficiato e ne beneficerà, ma a quale prezzo? Chiediamocelo perché tutte le situazioni sono diverse e si evolvono in modi diversi, ma molte divengono unicamente delle agonie, lente o veloci, ma pur sempre agonie portate allo stremo da un accanimento terapeutico che a volte è difficile distinguere, anche perché vi sono coinvolti sentimenti e desideri che vorrebbero raggiungere l‘impossibile. Allora dove sta il limite? Da nessuna parte ed ovunque, perché non possiamo in primis giudicare gli altri come non possiamo autocondannarci quando ci troviamo coinvolti in tragedie più grandi di noi. La morte è e rimane inaccettabile per chi ama la vita, ma la sofferenza gratuita e senza senso risulta esserlo ancor di più, quella sì che dovremmo temere per noi e per i nostri cari. Perciò chiediamo di capire, di essere informati, di farci spiegare, concediamoci la possibilità di scegliere, visto che è un nostro diritto, se usufruire delle Cure Palliative oppure no, e casomai pretendiamole. Legge 38 del 2010, legge fondamentalmente umana e rispettosa della dignità umana, una legge a tutela della nostra dignità !