Ci sono cose imperdonabili e credo che chi lo ha vissuto come me ed ha visto una persona del suo cuore morire tutt’altro che serenamente oltre a non poter dimenticare mai ciò che ha visto subire e che indirettamente ha subito, mai potrà giustificare il comportamento freddo e distaccato di chi invece dovrebbe sollevare i propri pazienti da sofferenze inutili e senza senso, sofferenze che portano esclusivamente ad agonie inumane ed alla perdita della dignità della persona. Ricordo che avevo una certezza quando tutto è iniziato, che nel ventesimo secolo si sarebbe fatto di tutto per evitare sofferenza, soprattutto in casi senza speranza alcuna. Così non è stato e così non è tutt’oggi ! Nella mia ignoranza ho scoperto solo 2 giorni prima che le Cure Palliative sono un diritto sancito dalla legge, un diritto a non soffrire inutilmente nelle patologie infauste senza possibilità di guarigione. Poi nel tempo mi sono documentata e continuo a farlo, scoprendo sempre più la triste realtà dei nostri ospedali e quella umana e rispettosa del paziente e di chi lo assiste degli Hospice. C’è una soglia oltre la quale non ci possono essere spiegazioni che diano un senso alle tante ingiustizie che ancora vengono perpetuate verso coloro che invece necessitano di protezione, una protezione fisica e spirituale. C’è una soglia dove chi rimane in questo mondo oltre al dolore porterà con se sempre e comunque un sentimento misto a rabbia, delusione ed impotenza, unito ai momenti strazianti che ha visto vivere e che sono impressi indelebilmente nella sua mente. Continuo oggi e continuerò sempre a chiedermi come è possibile che tutto ciò continui a succedere, che si debba affidarsi alla fortuna anche in presenza di malattie senza speranza con decorsi dolorosi. Continuo ancora a venire a conoscenza ed a sentirmi raccontare esperienze inumane sia via web che personalmente ed ancora mi stupisco e mi infervoro quando mi riferiscono che certi medici si comportano con i loro pazienti come fossero oggetti destinati alla rottamazione. Siamo nessuno, meno di un numero e se capitiamo nelle mani sbagliate veniamo pure lasciati soffrire indegnamente fino alla morte. Ho trovato solo un modo per cercare di evitare il rinnovarsi di queste ingiuste tragedie, quello di essere informati e consapevoli dei nostri diritti per essere il meno possibile vittime di un sistema e di una categoria che purtroppo annovera tra le sue file anche molti individui dediti unicamente alla carriera e non al prendersi cura dei propri pazienti, come invece dovrebbe essere.