Parlarne prima di questa pandemia probabilmente non avrebbe raggiunto tante persone, perché come sempre per capire bisogna provare ed anche nel caso che succeda, ogni volta sarà un’esperienza diversa, perché tutte le storie sono diverse. Quel dolore che continua imperterrito a tormentarti anche dopo l’epilogo, che nessun macchinario può determinare, quantificare ne descrivere, ma che c’è e logora, scava, lavora imperterrito tenendoti rinchiuso in una prigione invisibile all’occhio umano. Persone morte per Covid, persone morte di solo Covid, persone sopravvissute ma che portano fisicamente i segni di questo virus, persone che mai sapranno cosa comporta ammalarsi di Covid 19 o perdere qualcuno di caro in tali circostanze. Però tutti, ma proprio tutti siamo accomunati da una cosa difficile da trascurare oggi e credo mai più cancellabile. La paura di morire, di soffrire per quel qualcosa di invisibile, che è portato da chi meno puoi immaginare, perché il virus viaggia sui nostri organismi e si sposta da uno all’altro. Di conseguenza diffidenza, freddezza, solitudine. Quanta solitudine vedo in giro , era già dilagante, ma ora riesci a percepirla negli sguardi fuggenti, nelle persone che addirittura scendono dal marciapiede rischiando di essere investiti pur di evitare un altro essere umano . Chi ci risarcirà di tutta questa alienazione delle persone? E le persone già fragili psicologicamente prima? Quanti problemi sono sorti e che non spariranno con il virus . Questo virus, che tutto fa pensare creato in laboratorio, ci ha reso più soli ed indifesi, cosa che probabile ai potenti va più che bene. Ma la nostra vita? Sconvolta, deturpata e violentata in tanti, troppi aspetti. Per primo quello della socialità , perché diciamolo, l’uomo è nato per stare in società, non da solo. Oggi invece è tutto stravolto e se guardiamo in avanti le prospettive non sembrano incoraggianti . Chi ci libererà da questo dolore? Temo nessuno, dovremo conviverci per molto, forse per sempre .😔🌷❤️