Di tutta questa situazione che da quasi un anno stiamo vivendo tra sali e scendi e tanti, troppi perché senza risposta, sono state dette e scritte migliaia di parole. Sarebbe fantastico ed allo stesso tempo talmente difficile da ascoltare, se a parlare fosse chi ha perso un suo caro o lo ho ha visto soffrire ingiustamente e tutto a causa delle grandi difficoltà in cui il sistema sanitario si è trovato causa Covid. Se a parlare fossero i figli , i parenti o coloro che affettivamente e realmente sono legati ad una persona rinchiusa, e lo sottolineo il termine “ rinchiusa”, in una RSA. Ci sono persone che sono morte per un protocollo errato, applicato e perpetuato nonostante i tanti decessi avvenuti. Non sono state fatte autopsie e già questo dovrebbe far pensare tutti noi che qualcosa non è andato per il verso giusto. Poi ci sono state persone che ne sono uscite, ma in che modo? Con quali strascichi fisici e mentali? Infine ci sono tante, tantissime persone anziane e disabili le quali, anche se non hanno molti anni, si ritrovano ospiti causa malattia o insufficienze gravi fisiche, di tutte quelle strutture, istituti e case di riposo, senza alcuna possibilità di vedere di persona i propri congiunti. Anche questa è una delle tragedie che si vivono ogni giorno in questi luoghi di sofferenza. Ecco potessero parlare tutti della propria esperienza allora si che forse chi è ed è stato più fortunato si renderebbe veramente conto della vastità degli effetti negativi e che difficilmente si dissolveranno, di questa epidemia mondiale. Per ultimi, ma non meno importanti, voglio pensare a coloro che già prima vivevano al limite del baratro psicologico e mentale e che in futuro si troveranno a cercare di risalire dal dirupo nel quale tutta questa campagna del terrore, che poteva essere gestita in modo molto più intelligente ed umano, li ha gettati senza ritegno alcuno.