“ Le cure palliative non si spiegano, si raccontano”… Citazione di Cecily Saunders… Una persona malata non guaribile è sempre curabile.  Negli Hospice impera il “ prendersi cura” del paziente, della sua sofferenza fisica, mentale e spirituale, cognizione persa per strada dalla medicina moderna. L’Hospice non è il posto dove si va a morire, ma è il luogo dove si va per cercare di soffrire il meno possibile. Non sempre la vita terrena finisce qui, alcuni ospiti di queste strutture tornano a casa. Molti altri invece vi trovano la pace e lasciano questa vita con serenità loro e di chi li assiste, mantenendo integra la propria dignità. Ecco altro punto di forza e valore, qui si cerca in tutti i modi di rispettare la dignità umana. Qui non esiste l‘orologio, le ore ed i minuti, ma il momento per stare accanto al malato con tutta l ‘umanità possibile. Tutto ciò rappresenta l’essenza di questi luoghi ancor oggi poco capiti, poco incentivati dal Sistema Sanitario Nazionale, e poco apprezzati da molti Italiani, per ignoranza e  preconcetti . Gli Hospice sono pochi se paragonati alla moltitudine delle persone che avrebbero bisogno di esservi ricoverati. Per lo più sono specializzati in malattie oncologiche, mentre le patologie inguaribili sono molto numerose. Mal distribuiti sul territorio nazionale, con una forte incidenza nel nord, e molte lacune al sud. Solo quest’anno la figura del Medico Palliativista è entrato a far parte dei corsi universitari. Ancora molto da fare, ancora molto da divulgare. Tutto parte dalla legge 38 del 2010, nostri diritti inviolabili, non scordiamola mai, tantomeno in caso di ricovero ospedaliero!