Eccoci nuovamente, sempre stessi problemi, ostacoli di tipo culturale ed organizzativo. Come è successo, o meglio succede, per le Cure Palliative, anche la legge che regolamenta il Biotestamento, trova sulla sua strada parecchi ostacoli. Leggi così importanti dovrebbero essere già applicate in tutti i loro aspetti e soprattutto conosciute da più persone possibili. Invece non sono affiancate da una informazione capillare a livello nazionale e mentre nei vari articoli si parla di come devono essere applicate, quando e perché, in realtà ci si trova di fronte ad una organizzazione che fa acqua da più punti. L’ argomento delle DAT non è facile ne simpatico. Anche qui si parla del fine vita , ma mentre la legge 38 del 2010 sulle cure palliative ribadisce i nostri diritti a non soffrire in presenza di patologie inguaribili, la legge che regolamenta il biotestamento, legge 219 del 2017, tratta delle disposizioni anticipate di trattamento, cioè permette ad ognuno di noi di registrare le nostre decisioni sulle terapie mediche cui vogliamo o non vogliamo essere sottoposti nel caso ci trovassimo in una situazione di non poter esprimere una nostra scelta consapevole. Dopo tre anni il bilancio è insoddisfacente, causa molti ostacoli burocratici ed organizzativi. A questo si aggiungono altri problemi, per esempio l’influenza religiosa. Ma non meno importante è il fatto che proprio grazie alla medicina moderna e alla mancanza di guerre mondiali, si è accantonata la percezione della nostra mortalità, la vita si è allungata e si crede che certe cose capitino agli altri . Invece quando ci si trova dinanzi a certe tragedie, la sofferenza fa da padrona, sconvolgendo tutti i parametri, ma soprattutto coglie impreparati chi ci si trova coinvolto. La morte è divenuta un tabù, la malattia pure, inoltre vi sono le resistenze dei parenti dinanzi a certe decisioni. Da sottolineare che il biotestamento non è l‘eutanasia, c’è una grande differenza tra fine naturale e sedazione, tra eutanasia e suicidio assistito. Ed anche sulle cure palliative andrebbe fatta chiarezza. Per Cure Palliative infatti si intende una presa in carico globale del paziente inguaribile, un diritto in cui viene coinvolta anche la famiglia. La sedazione infatti è un atto medico che richiede certe competenze e relazioni specifiche. Non può essere e non deve essere confuso con altri interventi come per esempio l’eutanasia. Insomma tanta confusione, pochissima informazione e come sempre o quasi a completare il quadro interviene il nostro sistema burocratico a rallentare e rendere ancor meno efficiente tutto il sistema.