Farmaci, dispositivi medici, apparecchiature, tecniche sempre più evolute, tutti servono o meglio possono servire per cercare di arrivare alla guarigione del paziente ma rilevante ed importantissimo per l’ammalato è e rimane il contatto, quello umano, che può essere una semplice presa sulla mano, una carezza. Oggi le disposizioni sanitarie ci hanno allontanato  da qualunque contatto fisico ed i primi a pagarne il prezzo sono i malati, quelli ricoverati e che per giorni, settimane, mesi non possono ricevere visite. L ‘unica regione controcorrente per ora è la Toscana, che ha permesso a livello territoriale nel caso di pazienti gravi ed inguaribili di ricevere visite. Anche in questo caso però con tutte le precauzioni dell’emergenza che stiamo attraversando, quindi viene proibito qualsiasi contatto fisico diretto. Proprio così, un piccolo virus ci ha privati di molto, troppo, ed i più deboli sono quelli che ne soffrono di più. Perciò quando sarà possibile, quando si potrà toccarsi senza per questo nuocere a chi è più indifeso, non tralasciate strette di mano, carezze, cura del corpo di chi purtroppo non riesce più a provvedervi con le proprie forze. Farà bene anche a voi ed attraverso quel contatto porterete beneficio anche allo spirito del vostro caro. Perché non siamo fatti di soli organi e vasi sanguigni, ma anche di una essenza che potrete chiamare anima o nemmeno etichettare, ma che esiste ed è imprescindibile da ogni essere umano. Per alleviare la sofferenza, per essere di supporto alle terapie mediche, per non far sentire solo chi soffre, sempre ricordando che un giorno molto probabilmente saremo noi distesi ed indifesi su quel letto. Liberi dal dolore è quasi impossibile, ma ognuno di noi può donare una parte di se, una parte del suo amore per il prossimo.