Succede troppo spesso che le Cure Palliative siano prescritte tardi, tragicamente tardi. Tutto ciò succede per ignoranza, supponenza, indifferenza, interesse. Questo ritardo porta sofferenze inutili e gratuite, perché ci si concentra su esami di laboratorio, si fa affidamento unicamente alla medicina moderna, e ci si dimentica del malessere fisico, psicologico e spirituale del paziente. Fu Vittorio Ventafridda, esperto di cure palliative, pioniere di queste cure, a definire questo periodo di ritardo, più o meno lungo, “zona grigia”. Possibile che ancora si stenti a prescrivere queste importanti cure anche quando non ci sono più speranze? I preconcetti sono molti, come lo sono anche gli interessi economici, perché inutile negarlo anche le cure mediche rappresentano un business considerevole per molte case farmaceutiche, e sappiamo tutti che potere enorme abbiano queste multinazionali.  A chi ha vissuto e visto soffrire un proprio caro e senza saperlo ha conosciuto questa zona grigia ci sono poche cose da dire o spiegare, perché non è accettabile che ai nostri tempi e con tutti i mezzi che vi sono, si lascino soffrire e morire male le persone. Sempre ricordando che le Cure Palliative guardano alla qualità della vita residua, non alla sua soppressione. Queste cure sono contrarie al ritardare la morte con inutili accanimenti terapeutici, e si oppongono a qualsiasi intervento che volga ad accelerarla.