Prendersi cura in tutto e per tutto di qualcuno che ha bisogno di sostegno fisico e non solo. Essere careviger  è impegnativo, è un ruolo di grandi responsabilità e non sempre è una scelta, a volte è la vita a scegliere, perché succede che non vi è altra possibilità, perché c’è solo una persona che può ricoprire questo ruolo, altri non ci sono oppure non ne vogliono sapere. Sappiamo in molti che quando sopraggiungono problemi di autonomia causa malattia, vecchiaia, succede che si crea il vuoto, spariscono tutti o quasi. Farlo per poco o tanto tempo, perché le situazioni sono le più disparate, porta al dispendio di forze fisiche e mentali , porta a mettere la propria vita in un angolo e dedicarsi a chi ne ha bisogno. I caregiver sono figure importantissime ma non giustamente riconosciute ne dalla legge e tantomeno dalla società. Per esempio, quante volte succede che i parenti, spesso figli, ricompaiano in scena solo al momento dell’eredità? Perché la legge purtroppo definisce eredi anche coloro che in vita non hanno degnato i propri genitori di una presenza, di un semplice bicchiere d’acqua a chi aveva sete. Ci sono migliaia, milioni di caregiver che soffrono nell’accudire un loro caro, che soffriranno anche dopo la sua morte. Essere caregiver significa intrecciare la propria vita con il dolore, la sofferenza ma è anche donare e ricevere amore, e quello resterà per sempre, sia in chi rimane che in chi se ne andrà.