Nella nostra cultura il termine “ palliativo “ ci comunica purtroppo un significato negativo e di poca importanza, un escamotage che non porterà a nessun risultato, ad alcuna soluzione della situazione. Disinformazione, a volte informazione sbagliata ed incompleta portano le persone a non considerare le cure palliative come ad una strada da poter percorre. Purtroppo succede anche troppo spesso che proprio non si sappia della loro esistenza e dei diritti che abbiamo in presenza di malattie inguaribili. Invece con questo termine si definisce tutto un assieme di cure che a volte può essere di supporto in molte malattie, dalla sclerosi multipla, alla depressione, passando per i disturbi neurovegetativi, il dolore cronico e arrivando alle forme avanzate di tumore. A volte può accadere, anche se è raro soprattutto se ci si trova in strutture ospedaliere convenzionali che, quando si arriva a non avere nessun risultato con le terapie mediche specializzate, si arrivi a sostituire queste ultime propio con le cure palliative, accompagnando il paziente nell’ultimo tratto della sua vita evitandogli il più possibile la sofferenza. E questo è tanto sia per il malato che per chi lo assiste perché rende il momento della morte ed il periodo che la precede dignitosa ed umana. Sempre quindi ricordiamoci della legge 38 del 2010, pietra miliare per quanto riguarda il “ prendersi cura “ di chi è affetto da malattia inguaribile, qualsiasi essa sia. Diritto che abbiamo la facoltà di esercitare sia a domicilio, sia negli Hospice, sia in ospedale.